Se la vita è stata vissuta in modo armonico, sano, completo, cioè con passione, gustando ed entrando in ogni cosa senza escludere nulla, a un certo punto, quando si arriva al culmine di una sequenza di esperienze, che hanno prodotto nella Vita Vera il riconoscimento di Lei in innumerevoli forme, si attiva un meccanismo spontaneo, che è già disegnato dentro l’Anima, il Corpo Oscuro, e che si potrebbe chiamare Accendersi. Nonostante l’anomalia che ha caratterizzato questo spazio abbia impedito, per lungo tempo, che ciò avvenisse spontaneamente, non è un processo che si ottiene attraverso l’uso di tecniche, e che ha a che fare con la kundalini o con la presunta apertura e pulizia dei chakra. È ciò che accade al salmone, quando, dopo aver nuotato in lungo e in largo per il mare, sente scattare in sé un impulso che gli impone un unico pensiero, quello di tornare all’Origine, là dove tutto è cominciato. In realtà, è come se si accendesse una luce nella stanza della propria intera vita, che illumina ogni cosa e fa aprire gli occhi, e improvvisamente si percepisce l’intera esistenza su questo piano per quello che è stata. Si tratta di un profumo, una percezione sottile, non mentale, che non ha a che vedere con una memoria storica delle vite passate, dettaglio che in realtà non ha alcuna importanza. Esattamente come avviene per il salmone, che cambia geneticamente per affrontare l’ultimo viaggio, in quel momento il Corpo Oscuro cambia nome, perché finalmente prende coscienza di ciò che dovrebbe realizzare intuitivamente e istintivamente.

Ha inizio allora una fase molto intensa per il Corpo Oscuro, perché in lui comincia l’ultima Guerra: contro le abitudini meccaniche, le sicurezze che pensava di avere, le informazioni che credeva potessero contenere delle risposte, gli attaccamenti a cose, persone, pensieri ed emozioni, i giudizi su sé e su ciò che lo circonda, elargiti a piene mani nel tempo, la propria immagine, eccetera. Sorge un impulso a tornare a Casa, ad abbandonarsi a qualcosa il cui battito e respiro è finalmente percepibile, e a sentire quell’unico filo conduttore sotteso a tutte le esperienze vissute, quell’unica tela su cui sono stati stesi tutti i colori della propria vita. Viene compreso, infatti, di cercare l’Origine non in un luogo specifico o in capo al mondo, ma esattamente davanti ai propri occhi, dove si è in quel momento. Anche davanti allo specchio, nel barista che ci serve il caffè e anche nel caffè; nel vigile che ti dà la multa, nel politico, nell’albero e nella chiesa, in cima alle montagne e nelle profondità della terra, nel mare e nella foresta, nel deserto e nei ghiacci, nelle città e nella campagna, e così via all’infinito. La porta per tornare si apre quando si trova Casa qui, ma senza fretta, perché il rifiuto del Profumo nel quale l’Anima è immersa produce invece la chiusura di quella porta. Si scopre così che in tutti gli istanti della nostra esistenza qui, belli, brutti, leggeri, profondi, alti o bassi che siano stati, perfino nei momenti di apparente grande solitudine, Lei è sempre stata lì, ed era l’unica presenza che poteva colmare quel vuoto incessante. Ma noi non riuscivamo a vederla, poiché guardavamo altrove.

Non siamo mai stati soli, era la nostra percezione falsata e la dimenticanza che faceva smarrire, facendo percepire solo la Vita Finta. Il Corpo Oscuro inizia così a scrivere l’ultimo capitolo della sua storia, importante perché viene scritto con gli occhi aperti, e perché determina, grazie alle scelte fatte ora con consapevolezza, il suo ritorno a Casa, che può avvenire in qualunque momento e a prescindere dalla vita del corpo fisico, o la perdita di se stesso tramite l’avvelenamento. Solo alla fine del viaggio, poco prima di tornare a Casa, il Velo viene alzato, e tutta la nostra vita ci appare per quello che è stata veramente, in tutta la sua meraviglia. Ciò non può accadere prima di allora, poiché la realizzazione di Lei su questo piano deve essere raggiunta nella condizione di dimenticanza, deve essere sentita senza averne la prova dei sensi.

Tratto dal libro Cercami

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