In questa dimensione, siamo abituati ad usare il termine altruismo. Ecco, sappiate che l’altruismo è un’illusione buonista. Nessuna struttura, neanche il sasso, lavora contrariamente al proprio benessere, perciò il muoversi nei confronti di qualcosa che si trova nella propria parte variabile è sempre esclusivamente un valore per se stessi. È sempre per te che lo stai facendo, è un movimento che il tuo corpo ti impone, perché egli ha quella caratteristica, ma ha un valore per l’individuo che lo sta facendo. So che questa è un’affermazione poco politically correct, ma se pensate altrimenti, siete fuori strada.
Non sto giudicando il fenomeno del “fare del bene agli altri” come un movimento strano o sbagliato, ma è il valore che gli si dà che è fuorviante; finché gli dai quel valore, stai generando un’espressione scorretta, non stai dando la corretta valenza a ciò che stai facendo.
Quando ti do da mangiare, è perché mi sento bene nel farlo, non lo sto facendo per sfamare te; incidentalmente ti sto sfamando, ma lo faccio per me. Qualunque cosa facciate, quindi, ha sempre un valore squisitamente personale, soggettivo, individuale; si potrebbe dire, da un certo punto di vista, egoista, ma non è egoismo, perché l’egoismo ha un valore completamente diverso. Questo termine esiste, ed è uno stato molto denso, ma non ha niente a che fare con il fatto che quando ti muovi, ti muovi per il tuo piacere, per la tua soddisfazione.