Cosa ci impedisce di raggiungere un obiettivo? Il fatto di non seguire una direzione, e di procedere disperdendo il nostro potenziale. Siamo qui, come Transienti, per fare esperienza di ciò che ci circonda, per trovare noi stessi. Poiché non conosciamo ancora quello che stiamo cercando, abbiamo bisogno di una mappa, un tracciato da seguire per la nostra ricerca. Questa mappa ci è fornita dal corpo fisico, una sofisticata entità che esegue un programma e ha una sua storia, che è stata creata dall’Autore di ogni cosa, con la funzione di veicolo di esperienza per il Transiente. Come il cavaliere e il suo destriero in un romanzo cavalleresco, corpo fisico e Transiente si uniscono, percorrendo insieme lo stesso cammino.
C’è però un altro elemento da considerare: il principio egoista, quell’ente illusorio di cui sentiamo la presenza nel continuo chiacchiericcio mentale quotidiano, e nella resistenza che abbiamo a uscire dalla nostra zona di comfort. La sua azione contrastante è più forte quando abbiamo un obiettivo preciso da raggiungere, una direzione da seguire. Ad esempio, quando decidiamo che in un tale giorno, cascasse il mondo, completeremo un lavoro, riordineremo uno spazio, ci iscriveremo a un nuovo corso, è probabile che ci accadano imprevisti di ogni genere, che ci impediscono di rimanere focalizzati su ciò che stiamo facendo. Le sollecitazioni sono anche interne: ci vengono alla mente pensieri negativi, preoccupazioni, le possibili risposte cha avremmo potuto dare, e così via. Insomma, l’orientamento che abbiamo verso il nostro obiettivo si interrompe. Stiamo percorrendo la strada per arrivare a una meta, e improvvisamente si palesano davanti a noi altre vie, che non conducono da nessuna parte, e che possiamo chiamare Tentazioni: se le seguiamo, iniziamo a girare intorno senza ottenere alcun risultato.
E cosa avviene dal punto di vista del Transiente e del corpo fisico? Abbiamo detto che essi intrecciano le proprie esistenze, il primo emozionandosi e facendo esperienza di sé nel percorrere la storia dell’altro. Per questo motivo, ogni cosa che facciamo non è casuale, ma ha un senso. Per trovare nuovi tasselli di ciò che siamo, utilizziamo un quantitativo di potenziale che ci giunge attraverso lo strumento del sistema naturale. Questo potenziale è equiparabile al capitale investito in un progetto. Se il denaro viene impiegato allo scopo di produrre ciò per cui è stato investito, abbiamo un risultato creativo e fruttifero. Se viene sperperato o mal investito, abbiamo compiuto un atto dispersivo, che è quello che accade quando spinti dall’operato egoista diamo forma, attraverso gesti o parole, alle sensazioni di noia, rabbia, tristezza, o ai dubbi che spesso ci assalgono quando siamo intenti in un compito.
Come usciamo dal loop dispersivo? Facendo quello che ci sembra più difficile: procedendo, nonostante tutto, verso l’obiettivo che ci siamo prefissati. Tra l’altro, le tentazioni esterne e i moniti interni dell’egoista non sono inutili, bensì indispensabili. Sono un training che aiuta il Transiente a orientarsi sempre più verso una direzione, che lo porterà man mano a trovare se stesso, riconoscendo ciò che lo allontana da questo scopo.