Coloro che cercano, cerchino finché troveranno. Quando troveranno, resteranno turbati. Quando saranno turbati si stupiranno, e regneranno su tutto.
L’argomento è un po’ particolare, ragion per cui volevo fare alcune premesse, anche perché arrivando qui e parlando con diverse persone, ho potuto constatare che molti tra coloro che sentono il forte potere gravitazionale di questo Mondo, ne sono tuttavia completamente digiuni; lo stesso vale per quanto riguarda quella che è comunemente nota come “ricerca interiore”, ovvero ciò che riguarda una tecnologia che non è da trovarsi nell’ambiente comunemente definito “esterno”, bensì entro noi stessi. Esterno. Interno. Cosa significano? Le parole e le metafore al riguardo si sono moltiplicate e sprecate nei secoli. L’unica cosa di cui è fondamentale essere certi è che ognuno ne ha scritto, interpretando ed esprimendo elementi della Realtà a partire dal proprio livello di Coscienza. Si può scrivere di qualcosa solo in accordo e armonia con il Principio secondo cui non abbiamo visione né potere su ciò che ci sovrasta e ci contiene, ma solo su ciò che noi conteniamo o che vibra al nostro livello. Come ho già spesso enunciato, a nessuna Entità proveniente dai Mondi prossimi all’Origine è mai venuto in mente di scrivere qualcosa per “istruire” gli homo sapiens che sono catalogati ancora come troppo prossimi al regno animale, piuttosto che a quello senziente e Umano.
Ogni qualvolta alcuni elementi della Realtà sono stati codificati in lingua umana, in questo Reame, erano destinati agli autori stessi o ai loro pari, per accelerarne il recupero della memoria in uno spazio-tempo diverso, e venivano quindi lasciati come messaggi, in attesa di essere ritrovati dai loro autori e destinatari. Inevitabilmente, gli aspiranti homo sapiens hanno trattato questi elementi di Conoscenza secondo il livello di coscienza che li contraddistingueva, quasi sempre senza umiltà e spesso cercando di costruire elementi stellari con foglie e fango, ottenendo come risultato solo delle misere rappresentazioni prive di funzionalità. Anche per questa ragione, le Conoscenze sono state spesso relegate al mondo del fantastico, del mito e della leggenda, e pochissimi ne hanno intravisto la maestosa via originale, che le rende applicabili solo a patto che si riesca a espandere il proprio mondo Coscienziale a Reami enormemente più vasti di quello umano. Ne consegue che l’unica vera utilità delle cose scritte sta nell’essere d’ausilio al recupero della memoria, in coloro che già contengono determinati elementi di Conoscenza e che, pur utilizzando un corpo umano, appartengono a reami Coscienziali più vasti e raffinati.
Per gli aspiranti homo sapiens invece, l’esposizione a certe Conoscenze può solo essere deleteria, a causa dell’attitudine a catalogare e rapportare al proprio livello ogni cosa: attitudine che genera una “comprensione” irreale e inapplicabile, che, cristallizzandosi nella mente, funge da ostacolo all’espansione Coscienziale. Si potrebbe anche dire che funge da psicotropo. Interno. Esterno. Due concetti privi di significato per un Mago, Stregone, Iniziato, Maestro, Yogi, Siddha, Rishi, Inviato, Messaggero, Emissario. E tuttavia, sono il fondamento della vita di ogni essere umano. In effetti, da un punto di vista umano, si misura il “quoziente” di consapevolezza in base a quanto più la percezione del mondo interno comincia a svilupparsi: dapprima come una sensazione, spesso generata da un shock sistemico (e.g. un incidente, una malattia, un grande spavento) oppure dalla percezione di un “vuoto” che nessuna cosa riesce a colmare, o ancora dalla sofferenza, dalla solitudine, dalla paura dell’oblio e della morte, o di perdere quanto si pensa di possedere. Poi “qualcosa!” ci fa aprire gli occhi per un tempo indeterminato, a volte brevissimo, e, in quell’istante, abbiamo una fugace visione di quanto ci sovrasta e che ha il sapore di “Casa”.
Questo normalmente è il momento in cui la ricerca comincia. E’ il momento in cui cominciamo ad accorgerci che quanto registrano i nostri sensi “esterni” ha sempre più la forma del riflesso di un mondo che abbiamo quasi sempre ignorato: quello che percepiamo come “interno”. La natura di questo “qualcosa” è talmente sfuggente e sottile che, come una polvere finissima, ci è sempre scivolato tra le dita, e tuttavia è la Chiave di ogni cosa. Un aspirante, quando sente questa attivazione, piano piano s’accorge che null’altro ha consistenza reale né importanza se non l’incedere verso questo Cuore pulsante, che ora percepisce e che sente essere la sua vera forma e l’unica destinazione degna di un viaggio. Poco importa quale sembri essere la motivazione che lo muove, Da questo momento, può esistere solo la “ricerca”, poiché fermarsi significa tornare indietro e far seccare il seme, che così non potrà più produrre alcun germoglio.