Tutto ciò che contiene il principio del controllo ti fa andare verso il basso. Ti allontana dall’obbiettivo.
Parliamo del controllo dei sensi, ad esempio. L’abbandono del desiderio e della sensorialità come metodo e obiettivo della consapevolezza è completamente antitetico alla consapevolezza stessa. Come fai ad essere consapevole di qualcosa, se non lo hai registrato con i sensi? Se non lo hai vissuto, non l’hai sentito? Anche quando tu sei consapevole dei sensi, non li stai controllando, bensì li stai usando.

Non puoi controllare le percezioni. Tutti quelli che predicano il controllo emotivo e sensoriale, infatti, ovviamente non possono escludere che tu proverai desiderio, ma ti impediscono di metterlo in opera, ovvero di dargli forma. Se tu penalizzi l’apparato sensoriale, o cerchi di imbrigliarlo, di controllarlo, stai facendo esattamente il contrario di quello che dovresti fare.
Controllo e repressione sono due sinonimi. C’è il controllo della fame, per fare un altro esempio, ma gli esempi possono essere molteplici. E qui consideriamo il concetto di volontà, che è sempre associato al controllo.

La volontà è la declinazione del desiderio nelle sfere dense. È costringerti a fare qualcosa che non desideri. Quello che ti fa andare avanti nonostante tutto, invece, si chiama appunto desiderio. Quando si legge in vari libri, dunque, che il desiderio è la radice di tutti i mali, è un concetto che ti sta allontanando da ciò che dovresti fare.

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