Il modello di conformità nel quale tutti, chi più chi meno, siamo immersi e a cui aderiamo, è progettato per far sì che venga posta attenzione alla forma di un oggetto, e non al contenuto; si tratta dell’afflizione della formalità. La dinamica di questo modello si basa inoltre sulla parametrizzazione e valorizzazione di ogni cosa, vincolandone la libera espressione.
Entriamo un po’ più in profondità nel binomio di Forma e Contenuto. Quale potrebbe essere l’esempio di una forma? Un bicchiere, o una tazza. Il bicchiere è un contenitore fatto per contenuti specifici, cosi come la tazzina da caffè. Ma anche un wc è un contenitore, che è fatto per contenere la pipì o la cacca. Cosa accadrebbe, però, se facessimo la pipì in una tazza da tisana? Si può fare, perché la tazza non lo impedisce. Chi poi dovesse prendere questa tazza, idealmente si dovrebbe accorgere che al posto della tisana c’è urina, se non altro per la puzza che emana.
In prima battuta, tutto questo suona ovvio e anche un po’ grottesco, ma tale metafora raramente viene davvero messa in pratica nella quotidianità. Vediamo meglio con un esempio. Se ci trovassimo da soli a casa, e bussasse alla porta un uomo vestito in modo elegante, con un sorriso smagliante, la barba appena fatta e un orologio costoso al polso, gli apriremmo? E se suonasse il campanello un altro uomo, dall’aria poco rassicurante e vestito in modo casual o trasandato, la barba non fatta e i capelli arruffati, come ci comporteremmo? Probabilmente la maggior parte delle persone aprirebbe la porta al primo uomo, e non al secondo. Ma in fin dei conti cos’è che cambia? Solo la forma. Le implicazioni legate a questa dinamica sono interessanti: magari l’uomo elegante è un serial killer, che ha appena ammazzato 50 persone, mentre il ragazzo con la maglietta può essere una persona tranquillissima, che non farebbe male a una mosca. Da una parte, quindi, c’è una tazza di tisana con dentro dell’urina, dall’altra un boccale di birra con dentro della tisana.
Ci sarà capitato, inoltre, di sentire una determinata sensazione di diffidenza, avvicinandoci a qualcuno o a qualcosa, ma se c’è la forma sembra essere tutto a posto. Un arrogante dispensa abbracci se gli è utile per un suo secondo fine, o perché quel gesto fa parte della formalità di un contesto, che ha le sue regole. Quello che trasporta, però, non è il vero contenuto, ovvero ciò che dovrebbe trasportare un abbraccio, naturalmente. È tutta una questione di formalità, ed esistono intere scuole dedicate a questo, alla superficie. Ciò su cui occorre riflettere e indagare è che, mentre una ideale tazza piena di pipì, che dovrebbe contenere tisana, non la berremmo, nonostante la tazza sia corretta nella forma, mettere in pratica un’analoga operazione nella vita quotidiana spesso non risulta altrettanto immediato.