Nel Programma ENOC, s’insegna e si lavora con i Dieci Pilastri, costituenti il Mondo e ogni forma di Vita, ogni piano di esistenza ed esperienza. Si definiscono come Fuoco, Aria, Acqua, Terra, Luce, Buio, Caldo, Freddo, Metallo e Legno. Ognuno di essi ha una corrispondenza nel corpo e nella mente. Si insegna che tutto è costituito da una miscela di questi elementi, e che la natura della miscela determina ciò che si manifesta e lo stato di Coscienza corrispondente. È il principio, ciò che di sottile sta dietro a queste parole, che interessa: quello è l’Elemento di cui si parla, non quello che noi conosciamo come tale. I Pilastri, inoltre, non sono in contrapposizione a coppie: Caldo e Freddo, ad esempio, non c’entrano nulla l’uno con l’altro. Ognuno di essi, invece, ha la sua controparte qui nel Buio, ovvero nel campo fisico, e la controparte non è altro che un travestimento dell’espressione Divina del Pilastro in sé, che quando dall’Alto scende qui indossa, possiamo dire, un vestito, per essere compatibile con questo ambiente. Non può arrivare nella purezza della sua Essenza, perché provocherebbe una deflagrazione, a causa dell’incompatibilità totale con questo spazio.

Noi, dunque, vediamo il vestito, sebbene dentro ci sia l’essenza dell’Elemento, perché la controparte è la prima a manifestarsi, ed è questo il trucco che appartiene a questo piano. Possiamo percepire anche la reale natura del Pilastro soltanto attraverso quella porzione di Anima, chiamata Corpo Trasparente, che abbiamo dentro, quella porzione che abbiamo portato con noi, quando, scendendo qui nel campo fisico, il nostro vero Corpo è diventato Oscuro. Quella piccola porzione, che appartiene alla nostra controparte in Alto, è quella che rende possibile la percezione interiore. Attraverso di lei, ascoltandola, possiamo percepire la reale natura di ogni cosa, altrimenti il Corpo Oscuro vedrà solo la superficie. Dei Dieci Pilastri, il primo e più importante da conoscere, dal momento che ci siamo immersi dentro e non possiamo ignorarlo, è il Buio. Il suo punto di manifestazione e contatto, nel nostro corpo, è alla bocca dello stomaco. Guarda caso, in quell’unico organo che, producendo sostanze acide, è velenoso per il resto del nostro organismo, che si affanna quotidianamente ad annullarne l’effetto. Il Buio, è l’unico Elemento che non ha una controparte: la sua controparte è assenza di esso. Il Buio è tutto ciò che vedete, perché in ogni Mondo si manifesta sul piano fisico, in minore o maggiore misura. Se fosse un luogo, potremmo dire che è il terreno delle prove, perché qui è dove si è messi alla prova, e si può anche fallire. Se fosse uno stato, sarebbe denso. È il luogo di ogni tentazione. È l’oblio, il dubbio, la Guerra. La Chiamata di questo Pilastro, infatti, è “…….. con la Guerra ……. Desiderio”. Il Desiderio di cui si parla, ovviamente, è quello di ricongiungerci alla parte di Anima che ci attende in Alto, il Corpo Trasparente.

Quando si evoca il Buio, dunque, aumenta a dismisura quel senso di oppressione e soffocamento che possiamo sentire ogni giorno, quando riusciamo a essere presenti, nella vita quotidiana. “Soffocare” significa togliere l’aria, il respiro, l’ossigeno. Significa togliere la forza, tentare di spegnere quell’anelito a salire. E tuttavia, una metà di Anima viene fatta cadere proprio in questo campo, diventando Corpo Oscuro, mantenendo però un filo di collegamento con la sua altra metà, il Corpo Trasparente, con la quale ha stretto il patto di ritrovarsi per completarsi. Questo filo di collegamento è quella percezione interna, quell’inquietudine che mantiene accesa la fiammella del Desiderio di ritornare e mantenere il patto, e che il Buio vuole soffocare, attraverso la Guerra quotidiana. Il legame, però, può essere reciso, perché il Buio può avvelenare a tal punto, che non riusciamo ad ascoltare altro che il veleno stesso dentro di noi, così che anche la piccola porzione Trasparente che custodiamo si trasforma in Oscura. Quando ciò avviene, il filo si spezza, e la nostra controparte al Terzo Cielo evapora, si dissolve. Questo ci impedisce di tornare, per sempre, facendo di questo campo fisico la nostra unica realtà. Se vogliamo utilizzare una metafora musicale, possiamo considerare la porzione di Corpo Trasparente che abbiamo dentro come la nota La del diapason, che fa da guida per l’accordatura del nostro strumento. Se continuiamo ad ascoltarla, giorno dopo giorno, lo strumento rimarrà tarato su di essa. Magari l’accordatura è imperfetta, però l’obiettivo è sempre presente.

Per tenere lontana la possibilità di essere contaminati dal veleno, cercate di eliminare dalla vostra area di percezione ogni elemento di distrazione, ciò che sentite portarvi e ancorarvi verso il basso. Ce ne sono già tanti, tutto intorno a noi, aggiungerne altri appesantisce soltanto, e il loro rumore ci impedisce di ascoltare quella nota. Se il legame, invece, dovesse venire reciso, la nota è perduta, non esiste più, e di conseguenza ci accorderemo secondo un’altra nota predominante in noi, uno degli elementi del Buio che covava dentro e che ci ha avvelenato. Da quel momento, quel veleno diventerà la nostra realtà, e non sarà più possibile comunicare nulla che abbia a che fare con l’Alto. So che queste non sono parole molto popolari, perché magari vorreste sentirvi dire che prima o poi siamo tutti destinati alla Salvezza. Se fosse davvero così, questo non sarebbe certo il terreno delle prove, non vi sembra? Ci sarà pure una ragione per cui si viene messi alla prova! Mantenere viva quella nota, il La, è la cosa più importante che uno possa realizzare nella propria vita. Per chi ha questa possibilità, dovrebbe essere l’unica ragione di vita. In realtà lo è, ma è qualcosa che deve essere realizzato dentro di noi, anche dalla parte Oscura. Nonostante tutti gli ostacoli che possiamo incontrare. Nonostante tutto.

Tratto da conferenze su: I Dieci Pilastri Dell’infinito

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