Nella sua incessante ricerca della Conoscenza, l’aspirante filosofo si muove nel territorio della quotidianità, che è a tutti gli effetti il suo campo di indagine, come abbiamo accennato nel precedente articolo.

L’indagine dell’aspirante filosofo parte da ciò che è più immediatamente osservabile, ovvero se stesso: la sua posizione in relazione al contesto del sistema in cui vive, e la sua funzione naturale. Per esempio, ogni essere umano ha una funzione naturale di base, che potremmo definire di trasformazione, che lo interconnette con ciò che lo circonda: egli respira ossigeno che trasforma in anidride carbonica, che a sua volta viene utilizzata dalle piante per costruire il legno. L’osservazione di questa semplice azione e il risultato che essa produce, dovrebbe già di per sé spingere l’aspirante ricercatore a comprendere, ad esempio, che un meccanismo così perfettamente progettato deve per forza di cose essere stato originato da un’Intelligenza superiore, portandolo così a riflettere sull’esistenza di Dio, o in qualsiasi modo essa si voglia chiamare.

Il campo di osservazione della vita  quotidiana comprende anche l’impulso al movimento verso uno specifico oggetto. Se un ricercatore indaga il suo essere attratto da qualcosa e non da qualcos’altro, ma senza dare a questa attrazione un valore, egli sta cercando, e nella sua ricerca sta scoprendo qualcosa in più di se stesso.

Lo strumento principale di ricerca, infine, fa parte della funzione naturale dell’essere umano, ed è la struttura sensoriale, costruita apposta per interagire con tutto ciò che lo circonda. Attraverso i sensi, l’essere umano riceve le informazioni che gli permettono di rispondere al senso della sua esistenza e di ogni altra cosa. Al contrario, scollegarsi dalla sensorialità significa mutilarsi in modo violento; in questo modo si recidono i canali di comunicazione che consentono di acquisire informazioni, che un giorno porteranno alla realizzazione di oggetti conoscitivi, e quindi a raggiungere lo scopo dell’esistenza umana stessa, la Conoscenza.

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