Secondo quanto riportato dagli storici, nello sviluppo della civiltà umana è stata in molti casi presente una disparità sociale nell’esercizio dei diritti, sintetizzata da Orwell nella Fattoria degli animali con l’assunto “la legge è uguale per tutti, ma per altri è più uguale”. Non conosciamo l’esatto momento storico in cui sono nate queste disparità, ma sappiamo che a un certo punto è sorta la necessità di coniare una parola che le descriveva: privilegio. Privilegio deriva dal latino legem, “legge”, e privus, “singolo, solo”, e significa “legge speciale fatta per uno o per pochi” e “vantaggio concesso a uno solo o a più, di cui si gode a esclusione degli altri contro il diritto comune”. Il privilegio è dunque un diritto che viene esercitato nonostante esso vada contro la legge; indica, dunque, il fatto che in una società alcuni possono agire al di sopra o al di fuori delle leggi.

Come si estrinseca il privilegio nei giorni nostri? Oltre agli esempi più noti in ambito politico, pensiamo anche alla vita sregolata di una rockstar. Se troviamo una notizia che racconta i suoi eccessi di droga e alcool, o episodi di violenza e illegalità di qualunque tipo che l’hanno vista protagonista, generalmente non ci stupiamo, perché è come se ce lo aspettassimo. Per molti è del tutto accettabile che una star abbia agito contro il benessere comune, in quanto può farlo, ha questo privilegio; per alcuni è addirittura “figo”.

La giustificazione di un comportamento che è palesemente contro la sopravvivenza di un contesto sociale, indica un rispecchiamento nella posizione del privilegiato, e definisce il bisogno di sentirsi diversi, speciali. Ma da cosa ha origine questo bisogno? Esso è strettamente correlato all’invidia sociale, di cui abbiamo parlato nell’articolo precedente. Abbiamo visto che chi invidia la capacità di un individuo di aver raggiunto degli obiettivi, vorrebbe godere dei vantaggi di qui egli gode, ma senza fare tutta la sua gavetta, senza mettersi in movimento per raggiungere uno scopo; pretende il privilegio di chi invidia, senza averne alcun diritto. Guardandoci intorno, possiamo dunque comprendere perché su molti facciano presa i club, le strutture in cui l’accesso è limitato a pochi, e persino i sistemi di cashback, ovvero tutto ciò che fa sentire all’individuo di essere speciale rispetto agli altri.

In quanto ricercatori, è fondamentale osservare questo fenomeno nella propria quotidianità: nel contesto sociale e culturale, rilevandolo nel contenuto dei messaggi pubblicitari, nella presenza di strutture gerarchiche di ogni tipo, nell’importanza data alla ricchezza, all’immagine “vincente” e allo status. È altrettanto importante individuare l’attrazione verso il concetto di privilegio dentro di sé, se essa è presente, indagando quali forme potrebbe potenzialmente prendere in futuro tale attrazione. L’invidia sociale e il magnetismo verso il privilegio sono due pesanti zavorre per la ricerca di sé, perché limitano il movimento di esperienza, e spingono a ricercare la formalità, invece che la reale conoscenza di un oggetto.

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