La parola Ipocondria è generalmente associata alla paura di ammalarsi. Ampliando l’indagine, scopriremo che essa è la radice della maggior parte delle afflizioni, poiché è paura di agire e quindi di vivere.

Abbiamo analizzato in un precedente articolo cosa significhi essere passivi, mettendo l’accento sulla sofferenza che l’individuo passivo prova nell’intraprendere un’azione, e sulla sua tendenza all’inerzia. Ecco, l’ipocondria è una declinazione dell’atteggiamento passivo. Il termine deriva dal greco ypo, “sotto”, e chondros, “cartilagine delle coste”, e indica un malessere che affigge le funzioni digestive, causando una forte malinconia e la paura di soccombere. Questa paura si manifesta con uno stato bloccante, poiché possiamo dire che, avendo paura di morire, l’ipocondriaco rinuncia a vivere.

L’atteggiamento dell’ipocondriaco nella quotidianità, infatti, è di totale sfiducia in ciò che lo circonda: egli teme che uscendo di casa gli accada di tutto. Ad esempio, può essere investito da un’auto, o fare un incidente; se prende i mezzi pubblici cerca di non toccare nulla, e di stare a distanza di sicurezza dagli altri passeggeri; se qualcuno gli chiede un’informazione pensa che sia un malintenzionato, e se bussano alla sua porta, pensa che potrebbe essere un ladro, e così via.

L’atteggiamento ipocondriaco si manifesta anche nella comunicazione. Ad esempio, si esprime un concetto, e se non si riceve un feedback positivo si modifica quanto detto; oppure, in contesto ad esempio accademico, si preferisce non rispondere a una domanda o addirittura non farne, per paura di una brutta figura. Questa percezione è dovuta alla mancanza di un’identità stabile, poiché c’è un ancoraggio su parametri illusori che pensiamo ci definiscano, e dai quali discostarci sarebbe pericoloso.

Quando siamo esploratori di noi stessi e di ogni cosa che esiste, invece, ciò che viene percepito come errore, la figuraccia, l’avversità, non ha alcuna importanza ai fini della nostra ricerca, o meglio non sono eventi percepiti come tali, e quindi non sono bloccanti. Per l’esploratore, anzi, ogni passo è Esperienza che diventerà Conoscenza.

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