Ogni forma creata dall’Autore di tutto ciò che esiste contiene intrinsecamente il desiderio di Cercare, che si esprime attraverso il suo movimento naturale. Il movimento naturale di una forma corrisponde altresì a ciò che la spinge alla sopravvivenza, e alla funzione per cui essa esiste. In realtà, nel disegno dell’Autore che l’ha creata è racchiuso sia ciò che la spinge alla sopravvivenza – ovvero a cercare e ricevere ciò di cui essa ha bisogno – che ciò che questa forma dona. Deduciamo quindi che il movimento del Dare e il movimento del Ricevere in natura sono simultanei, e che essi delineano inoltre una forma composta da due metà che si completano.
Quando la forma del dare e del ricevere si esprime in un contesto sociale, la maggior parte delle volte essa si corrompe, a causa dell’afflizione. L’individuo, l’anima che sta facendo esperienza dentro un corpo fisico, non conosce ancora la sua identità, non ha un ancoraggio stabile su ciò che egli è, pertanto la sua azione può essere condizionata dal dubbio e dalla paura. Queste afflizioni si possono ad esempio declinare nella mancanza di fiducia in ciò che si ha intorno; essa vincola le dinamiche di scambio, che si esprimono nelle odierne forme contrattuali. In questo scenario, in cui domina la paura di essere derubati o ingannati, è molto difficile vivere la forma del dare e del ricevere in modo libero e con fiducia nel prossimo.
Come avviene invece nel movimento naturale? Pensiamo ad esempio alla relazione tra ape e fiore. Per quale motivo questo insetto vola dal suo alveare per andare a prelevare il nettare? Perché ne ha bisogno per la sua sopravvivenza, e per sostentare l’intero di cui fa parte, l’alveare. Se guardiamo questa dinamica dal punto di vista del fiore, possiamo rilevare che il suo dare il nettare all’ape genera simultaneamente anche un ricevere, poiché l’insetto provvederà, attraverso la sua naturale azione impollinatrice, a far riprodurre il fiore.
In quanto ricercatori, dovremmo utilizzare tutto ciò che osserviamo intorno a noi come modello, per metterlo a frutto nella nostra quotidianità. Perciò, osservando un’ape su un fiore, cosa rileviamo? La simultaneità del dare e del ricevere, che è correlata alla funzione dei due elementi che sono in relazione. Ape e fiore inoltre non stipulano alcun contratto, né hanno dubbi su cosa stiano facendo mentre svolgono la loro funzione. Noi siamo stati creati dallo stesso Autore che ha programmato l’ape e il fiore, e apparteniamo allo stesso sistema; perciò, per trovare il nostro movimento naturale, dobbiamo muoverci con la fiducia che tutto ciò che incontriamo nel nostro cammino è lì per noi. Quando davanti a noi si apre una nuova porta ed esperienza, oppure incontriamo un oggetto o disciplina da indagare, o altri esseri umani con i quali entrare in relazione, ricordiamo che tutto questo ha lo scopo di farci scoprire chi siamo. Seguiamo dunque il percorso che è stato tracciato per noi dall’Autore, come farebbe un’ape con la scia dei segnali che la attraggono verso un fiore, e in questo modo potremo scoprire qual è il nostro Dare.