A molti di noi è capitato di alzarsi, una mattina, con una nuova idea in mente, e di sentire il desiderio di metterla subito in pratica. Spesso però avviene che quando iniziamo una nuova attività, le avversità che inevitabilmente incontriamo, ci fanno desistere dal continuare a seguire il percorso intrapreso. Ci iscriviamo a un corso di danza: alla prima lezione, ci vergogniamo dei nostri movimenti scoordinati, ci sentiamo troppo rigidi e invidiamo l’eleganza dei ballerini più esperti, giudicandola irraggiungibile. Arriviamo a convincerci che il ballo non fa per noi, dando così forma al fallimento. La paura di rischiare, mettendoci in gioco, e l’inerzia hanno avuto il sopravvento sul desiderio di apprendere la danza, e abbiamo dichiarato preventivamente la nostra inabilità a ballare. Nel pensiero comune si definisce uno di questi episodi esperienza, per esempio diciamo “ho provato questa esperienza ma non fa per me”. L’esperienza consiste invece nel fare delle prove e dei tentativi, immergendosi totalmente nella relazione con un oggetto, con atteggiamento da ricercatore. La mera registrazione dei tentativi compiuti, che non sono andati secondo le nostre aspettative, non è esperienza.
Immaginiamo di essere degli esperti giocatori di golf. L’obiettivo dello sport è andare a segno in tutte le buche con il minor numero di colpi, e noi abbiamo partecipato a decine di gare. Abbiamo raccolto moltissime informazioni durante le partite: le volte in cui abbiamo colpito la palla in modo troppo violento, oppure troppo leggero, la variabile del vento e dell’inclinazione del campo, le caratteristiche dei tipi di mazze, e così via. Invece di comportarci da ricercatori, continuando a raccogliere informazioni da ogni movimento, puntando a raggiungere obiettivi sempre più sfidanti, ci comportiamo in modo prudente, preferendo terminare il maggior numero di buche con tanti piccoli lanci, per non rischiare. Se il nostro approccio con qualcosa di nuovo è questo, non ricaveremo mai conoscenza da un oggetto. Magari riusciremo a imparare le regole e la meccanica di una disciplina, ma non la padroneggeremo mai fino in fondo. Basterà una piccola perturbazione per mandarci in confusione.
Ognuno di noi è progettato per accrescere il proprio orizzonte di esperienza, in qualsiasi circostanza, indagando ciò che lo circonda per scoprire nuovi tasselli di sé. Il principio di resistenza dentro di noi ci induce a comportarci in modo “ragionevole”, vivendo ogni cosa con moderazione, senza eccessi, e in ultima istanza senza passione. Quando vincoliamo il nostro intrinseco desidero di cercare, stiamo bloccando il nostro movimento di esperienza. Per questo motivo, quando si apre una nuova porta davanti a noi, è fondamentale andare oltre quella familiare sensazione di sentirsi mancare la terra sotto i piedi, che ci porta a restare fermi, e attraversarla. È una delle sfide più dure per ogni individuo, che si presenta costantemente nella vita. Occorre mettersi in gioco per oltrepassarla, perché ogni avversità superata porta con sé un bagaglio inestimabile di conoscenza.