A molti può essere capitato di trovarsi in un momento di grande sconforto, di pesantezza emotiva, senza capirne il motivo, senza che nella quotidianità ci fosse qualcosa di oggettivo a cui assegnarne la causa. Ad esempio siamo in salute, abbiamo un lavoro, non abbiamo subito recenti shock, né traumi fisici, eppure sentiamo ugualmente che c’è qualcosa che non va. Quale potrebbe essere il motivo? In molti casi si tratta dell’effetto di una dinamica afflitta, ovvero della costruzione di un’aspettativa. Cosa significa? Abbiamo compiuto un’azione o una sequenza di azioni, aspettandoci uno specifico e unico risultato; pensavamo che le cose sarebbero andate esattamente come avevamo previsto noi, e ciò non è avvenuto.
La conseguenza di questa delusione potrebbe essere sofferenza, oppure una sensazione di malessere o di impotenza. Ci siamo approcciati all’evento che avevamo davanti con ottusità, con la cocciutaggine di voler “far quadrare il cerchio”, di sovrapporre due forme strutturalmente differenti; il risultato ottenuto è stato dunque un senso di profonda frustrazione. Inoltre, più la distanza tra ciò che ci aspettavamo e ciò che è avvenuto è ampia, ovvero più quest’ultimo diverge da ciò che avevamo immaginato, maggiore è l’insoddisfazione che proviamo.
La sensazione di aver perso tempo, di non avere fatto nulla di utile, che molti possono provare davanti a un’aspettativa che non si è realizzata è ovviamente un’illusione. Innanzitutto, non può esistere nulla che resti completamente immobile e inerte, e dunque qualcosa è sicuramente avvenuto. Probabilmente si sono aperte delle porte per noi, o magari si stanno preparando degli eventi che le apriranno, ma noi non ce ne siamo accorti, perché ci aspettavamo qualcos’altro, e siamo rimasti lì davanti alla soglia, aspettando un’illusione.
La parola Aspettativa deriva dal latino ad–spicere, “guardare verso”, e indica che chi la prova si trova in un atteggiamento passivo, perché sta aspettando qualcosa che accadrà in futuro. Egli sta a guardare senza alcuna partecipazione all’evento, e dunque non fa esperienza di ciò che ha davanti, del momento presente, che è l’unico importante.
La sensazione di frustrazione che si ricava dall’aspettativa delusa e illusa fornisce comunque un fertile spunto di ricerca. Essa ci mostra qual è l’atteggiamento costruttivo che è necessario adottare in quanto ricercatori. Quando avviene qualcosa che non ci aspettavamo, invece di fermarci o “gettare la spugna”, mettiamoci in movimento, facendo esperienza di quello che sta prendendo forma nel nostro orizzonte, e che attraverso questa forma ci mostra un tassello di ciò che siamo.