Il linguaggio è composto da suoni articolati. Essi sono il risultato, nei millenni, di imperfezioni dialettali locali di suoni radice, che erano invece i veri nomi delle cose, riconosciuti e codificati in un linguaggio puro tantissimo tempo fa. I Vedici dicevano che il sanscrito è una lingua pura, perché è la lingua dell’ESSERE, dove il suono corrisponde a quella cosa anche nella realtà oggettiva. Nessuno di voi ha la possibilità di verificare questo, per ora, naturalmente, quindi o uno ci crede oppure no, ma la cosa sicuramente vera e sperimentabile è che gli oggetti e anche il nostro corpo sono composti da un conglomerato di frequenze vibratorie che funzionano come un accordo. Se uno, quindi, ha la percezione di questo accordo, anche a occhi chiusi, anche senza avere la persona o l’oggetto davanti, richiamando alla mente la sinfonia che corrisponde a esso, riesce a collegarsi indipendentemente da dove la persona o l’oggetto si trovino nel sistema spaziotemporale. E’ lo stesso procedimento descritto ne LA NONA EMANAZIONE come LEGGE DI TRADUZIONE. Ogni cosa nello spaziotempo, quello che noi percepiamo come spaziotempo ma in realtà non lo è, ha un suono e un suo accordo, e questo suono rappresenta anche un sistema di coordinate, che cambiano a seconda di come si modifica la nostra posizione nello spaziotempo.

La stessa cosa vale, per esempio, per le parti del corpo. Se io adesso mi togliessi il fegato e poi avessi il potere di mettere lì una cellula facendola crescere nello stesso punto, si ricomporrebbe il fegato, perché quello spaziotempo locale “prevede” la presenza del fegato. Se mi tolgo il pancreas, accadrebbe la stessa cosa, perché a ogni spazio corrisponde un oggetto specifico, in senso generale oppure in rapporto a come è occupato lo spazio locale circostante, una sinfonia specifica, una vibrazione specifica. E’ un processo a cui hanno dato innumerevoli nomi, ma sembra che in nessuna lingua sia facile descriverlo.

A un certo punto, il linguaggio ha degradato irrimediabilmente in modo soggettivo e polare, ha smarrito e distorto la sinfonia iniziale che tendeva a generare la vibrazione degli oggetti radice, creando in questo modo la disarmonia totale. In questo modo, possiamo asserire che quando si utilizza il linguaggio, si sta cercando di spiegare qualcosa in modo totalmente imperfetto senza avere gli strumenti per farlo. Tra l’altro, poi, il linguaggio ha attinto solo alla percezione sensoriale, ma la nostra macchina corporea ha una rete sensoriale, che è fatta soprattutto per la sopravvivenza, cioè noi percepiamo ciò che ci serve per sopravvivere. Tutto quello che la rete sensoriale visibile non riesce a percepire, lo escludiamo completamente.

Tratto da ENOC La Vita Nuova

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