Una delle parole più utilizzate, anche se come avviene per molte altre in modo inconsapevole, è amore. Etimologicamente essa deriva da a – mors, cioè dal suffisso alfa privativo greco e dal latino mors, “morte”. Amore significa, dunque, senza morte. Possiamo comprendere questo significato solo se guardiamo l’amore nella sua essenza di legame eterno. Comunemente, infatti, definiamo amore la relazione romantica tra due persone, che implica un’intimità fisica e un’esclusività del rapporto. In realtà, il legame d’amore ha infinite possibili espressioni.

Ma cosa significa “legame senza morte”? Significa che esso cambia di stato: assume un’espressione diversa, ma non cessa mai. Ritroviamo questo concetto anche nel primo principio della termodinamica, secondo il quale “nulla si crea e nulla si distrugge”, ma tutto muta da una forma ad un’altra. La nostra stessa tecnologia funziona attraverso una trasformazione continua di energia, ovvero di un’espressione di potenza. Il cambio di stato di questa energia la rende compatibile con lo scopo dell’oggetto che essa alimenta. Facciamo un esempio: la locomotiva a vapore. Grazie alla combustione del carbone, l’acqua all’interno della caldaia si trasforma in vapore, che viene inviato al motore per generare movimento. A causa della trasformazione di energia termica in energia meccanica e dinamica, abbiamo quindi un cambio di stato, ovvero una “morte”. Questo non implica, però, la cessazione del legame tra gli elementi che causano il movimento della locomotiva, poiché da questa trasformazione si è generato un risultato ben specifico, funzionale al suo scopo di mezzo di trasporto.

Proseguiamo la nostra indagine sull’amore approfondendo anche cosa è un legame. Quando due forme, identificate idealmente da un punto A e un punto B, entrano in contatto tra di loro, il loro contenuto reagisce. Avviene il concepimento di una terza forma, la generazione di una retta che potremmo chiamare, per esempio, amicizia. Da questo momento in poi, definiremo ciò che i due punti sono insieme indagando la retta che li unisce, la loro relazione. Quella retta è una delle infinite possibili espressioni dell’amore, ed essa, oltre a parlare di ciò che le due forme sono insieme, crea la memoria del rapporto e ne definisce lo scopo.

Possiamo inoltre rilevare che ogni legame è unico. Questa unicità è stata progettata dall’Autore che ci ha creati. Ogni oggetto che egli ha scritto, ad esempio ogni corpo fisico o anima che esso ospita, possiede delle caratteristiche uniche che lo distinguono da qualunque altro. Esso crea, dunque, relazioni uniche. L’unicità relazionale ha lo scopo di produrre conoscenza: nell’interazione con una forma e nella ricerca della retta che ci unisce, apprendiamo infatti moltissimo non solo su quella forma, ma anche su noi stessi.

Se ci stiamo muovendo per cercare ciò che siamo e il nostro scopo, dobbiamo quindi indagare le relazioni. Invece di assegnare un valore di “mi piace” o “non mi piace” ad ogni oggetto del nostro orizzonte, cerchiamo di capire cosa siamo insieme. Scopriremo che quel legame è l’oggettificazione della vera forma di ciò che siamo e dell’unicità che ci rappresenta, poiché in ultima istanza l’unicità dell’anima e del corpo si manifestano attraverso l’amore.

Share This