La malattia, intesa nella sua accezione comune, è un indicatore, una specifica espressione di stato che riguarda la relazione tra Transiente e corpo fisico, e che ha come origine lo stato condizionato del Transiente. Questo stato comporta sofferenza fisica, psichica ed emotiva, e la manifestazione di avversità e ostacoli, causati dal blocco che il Transiente stesso ha determinato, ponendo delle condizioni al suo movimento naturale.

E’ interessante osservare che, nella maggior parte dei casi, chi è afflitto da un’espressione di malattia – un tumore, una patologia psichiatrica, un incidente d’auto, la “sfiga” continuativa – preferisce stare in sofferenza piuttosto che modificare anche solo una delle abitudini fisiche, relazionali, alimentari, ecc., che hanno contribuito a dare forma a quello stato. Soffre e si dispera, e fa finta di chiedere aiuto, perché l’unica cosa che fa è lamentarsi e restare bloccato.

Per comprendere meglio questa dinamica, facciamo un parallelismo tra due ecosistemi in sofferenza: una terra che non produce più nulla e un corpo fisico che manifesta malattia. Se per curare la terra scelgo di utilizzare dei prodotti chimici dannosi, lasciando inalterate tutte le consuetudini nella gestione di quel terreno, ovviamente non cambierà nulla, anzi, avvelenerò la terra. Affinché la terra guarisca e si rinstauri il suo naturale equilibrio, occorre innanzitutto eliminare ciò che l’ha fatta ammalare, poi nutrirla, e ripopolarla della sua flora e fauna originale.

Anche nel caso di malattie dei corpi fisici funziona cosi. Prendiamo, ad esempio, il diabete o la cirrosi epatica. Se a chi ne è affetto viene indicato di eliminare gli zuccheri o l’alcool, perché cosi facendo sta mettendo a rischio la sua vita, la probabile risposta sarà la resistenza al cambiamento, espressa in frasi come “posso eliminare tutto, tranne quello”, “ma io bevo pochissimo” o “metto lo zucchero solo nel caffè”. Questo significa che il malato non ha davvero intenzione di guarire: sono più importanti le sue vincolanti condizioni. Per vincere la resistenza al cambiamento, che porta alla modifica dello stato correlato alla malattia e quindi alla guarigione, occorre lasciare andare le condizioni imposte dal Transiente, che hanno interrotto l’equilibrio all’interno del sistema del corpo fisico.

In fin dei conti, la soluzione al problema è semplice e logica: se la somma di consuetudini a+b+c mi ha portato ad un certo risultato, che è evidente espressione di uno stato di densità, e io voglio cambiare quell’espressione, dovrò cambiare gli elementi che la compongono. In questo modo compio un atto di fiducia e opero un miracolo, perché l’interruzione della meccanica che ha portato alla malattia corrisponde a un movimento Oltre, ovvero al desiderio di cambiare di stato e di guarire.

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