Quando intraprendiamo un reale percorso di ricerca di ciò che siamo, attraverso l’osservazione e l’esperienza della vita quotidiana possiamo imparare a riconoscere qual è il movimento naturale, e quali sono invece le caratteristiche di un modo di operare afflitto e convinto. Osservando la sincronia e l’armonia del sistema naturale, rileviamo innanzitutto che al suo interno ogni forma ha una specifica funzione, che è coerente con l’intero a cui appartiene, e che svolge con innocenza, in quanto nel suo movimento mostra ciò che essa è, in modo naturale.
Per fare alcuni esempi, nell’ecosistema marino le alghe purificano e filtrano le sostanze inquinanti presenti nell’acqua, producendo inoltre biomassa, e forniscono ossigeno grazie all’apparato fotosintetico di cui sono dotate. Le grandi dimensioni e la bassa velocità con cui si sposta l’avvoltoio, non ne fanno un predatore come altri rapaci, ma lo rendono piuttosto adatto a svolgere la sua fondamentale funzione di pulizia dei resti delle prede di altri animali, decontaminando l’ambiente da microorganismi nocivi e malattie. Attraverso l’analisi delle funzioni delle alghe e dell’avvoltoio scopriamo l’intelligenza di queste due forme: ognuna di esse esegue perfettamente lo scopo per cui è stata progettata dall’Autore che ha creato ogni cosa, in modo del tutto efficiente, senza alcuna dispersione di energie o risorse.
Non possiamo dire lo stesso di alcuni diffusi comportamenti afflitti degli esseri umani. La matrice dispersiva in cui ognuno di noi è immerso è reattiva ed è inoltre prevedibile; ciò significa che a uno stimolo presenta sempre lo stesso tipo di risposta, e giudica ogni oggetto che si trova davanti secondo schemi prestabiliti e valori standardizzati, come abbiamo spiegato in questo articolo. Per comprendere il meccanismo di questa dinamica, pensiamo alle cosiddette questioni di principio. Per esempio, immaginiamo che qualcuno offenda la nostra famiglia, e che la nostra reazione sia quella di prendere a pugni la persona che ci ha “mancato di rispetto”, per questione di principio. Il risultato che probabilmente otterremmo sarebbe una denuncia, e saremmo quindi ancora più arrabbiati e frustrati di prima. Ricollegandoci alla descrizione del perfetto funzionamento delle forme del sistema naturale e della loro intelligenza, ci accorgiamo immediatamente che nelle questioni di principio non ce n’è alcuna.
Il principio egoista dentro di noi alimenta e conferma gli schemi morali sui quali basa il suo operato attraverso comportamenti inutili, illogici e dannosi come quelli appena descritti, che ci portano solo a disperdere le nostre energie e il nostro potere. Questo però non significa che dobbiamo combattere contro le nostre reazioni stupide o rifiutarle, bensì riconoscerle come tali e indagarle. Possiamo iniziare questo lavoro domandandoci quale scopo e utilità abbia una nostra azione prima di compierla, o a cosa ci possa realmente servire un oggetto verso cui siamo attratti. Se essi ci portano ad accrescere la nostra esperienza e conoscenza, significa che sono utili alla nostra evoluzione, altrimenti si tratta solo di illusioni da riconoscere.