Soffermandoci ad analizzare il movimento naturale di tutto ciò che ci circonda, possiamo vedere in atto i princìpi che lo guidano. Scopriamo, ad esempio, come opera il principio delle due metà che si completano, e come esso si estrinsechi nella relazione di reciproco completamento tra due elementi, che sono uno l’Oltre dell’altro, come abbiamo visto nell’articolo precedente.
Ai fini della sua indagine sulla meccanica di funzionamento di ogni ente, dunque, per un ricercatore è necessario osservare l’evidenza del principio delle due metà che si completano in qualsiasi oggetto o evento, inclusi quelli che gli suscitano emozioni di “valore negativo”, come la rabbia o la paura. Consideriamo la forma della Paura. Anch’essa fa parte di due metà che si completano. Vediamo nel dettaglio in quale modo. Quando siamo terrorizzati, c’è qualcosa che ci suscita questa emozione. Tale terrore può avere diverse forme: quella del buio, di morire, degli insetti, di soffocare, dei ladri e così via. Ma qual è il motivo per cui qualcosa ci incute timore? Perché immaginiamo che esso possa farci del male. Ai nostri occhi, infatti, quella forma è percepita come prepotenza; come mai? Perché la paura non può esistere senza la prepotenza e l’arroganza: paura e prepotenza sono due metà che si completano.
Se in prima battuta non crediamo che sia così, possiamo verificarlo in ciò che accade nella vita quotidiana. Può infatti capitare di trovarci in uno spazio in cui non c’è alcun oggettivo motivo di provare paura, come la nostra abitazione, e all’improvviso veniamo perturbati da qualcosa che ci suscita timore. Per meglio dire: in quel momento noi siamo paura, e il nostro stato di paura evoca la sua altra metà, una forma di prepotenza, ad esempio un grosso ragno velenoso che si avvicina pericolosamente a noi.
La dimensione in cui viviamo, infatti, è talmente perfetta, che quando noi siamo paura e non c’è alcun essere umano nei paraggi che potrebbe usarci prepotenza, Madre Natura assume quel ruolo, completando la nostra forma. La funzione di Madre Natura infatti non è quella di nuocerci, bensì quella di mostrarci questo movimento che si chiama paura, ovvero il nostro stato, che in quel momento è l’unica cosa che possiamo comprendere.
Se al posto del ragno apparisse davanti a noi qualcuno che vuole darci un abbraccio, in quel caso non avremmo l’opportunità di vedere il nostro stato, non potremmo riconoscerlo, perché il gesto dell’abbraccio non contiene prepotenza. Al contrario, se quando siamo paura riusciamo a riconoscerla fuori e dentro di noi, abbiamo la possibilità di cambiare il nostro stato. Se mettiamo in pratica tale evidenza nella nostra esperienza quotidiana, potremo progressivamente imparare a riconoscere e conoscere la paura e la prepotenza. Potremo altresì identificare qual è il nostro stato quando esso si sta manifestando, servendoci degli indizi di ciò che accade intorno a noi.