Normalmente ciò che è sterile è ciò che ci attrae di più. Se io, per il tuo compleanno e per l’amicizia che ci lega da tanti anni, ti regalassi un pugno di terra, tu probabilmente penseresti che sono scemo, o quanto meno bizzarro; se invece ti regalassi un diamante, probabilmente ne saresti colpito, te ne vanteresti in giro mostrandolo, e poi magari lo chiuderesti a chiave in una cassetta di sicurezza, per paura che qualcuno te lo rubi. Non ti comporti così con la terra, perché tendenzialmente non te ne frega nulla.
A che cosa ti serve un diamante? La struttura della società gli ha dato un valore, ma se ti trovassi su un’isola deserta, che utilità può avere? Te lo metti, poi lo togli, lo usi come bersaglio per il tiro a segno, ci giochi a biglie con la scimmia di turno, che te lo ruba e quindi tu la insegui, e altre amenità simili. Ma nient’altro che questo. Non cresce nulla dal diamante; se lo metti a terra, rimane quello che è. Sto parlando ovviamente della condizione di sterilità, perché anche con il diamante puoi entrare in relazione, come con qualsiasi altro oggetto, ma è un dato di fatto che se regalo un diamante o un pugno di terra la reazione di chi lo riceve sarà diversa.
Che cos’è, dunque, che dà l’accezione di sterile a questo elemento, che ha comunque delle sue caratteristiche e proprietà? Perché rispetto alla terra, si sceglie solitamente il diamante? Perché brilla. Ecco, questo è un fattore interessante. Nel confronto con altri elementi di pari entità, tanto tempo fa prima che gli assegnassero un valore economico, che tra l’altro non ha perché non è così scarso in natura come si può pensare, l’hanno scelto perché brilla. Questo è il motivo iniziale della sua importanza, e anche della sua sterilità, a cui poi è stato aggiunto il plus del valore economico e dell’esclusività. Brilla e quindi vale, mentre la terra non brilla e puzza, perciò non vale.
Questa non è una campagna contro i diamanti, sia chiaro, perché se lo si guarda mentre si è retti, anche nel diamante si può vedere qualcosa; naturalmente non ci si può far crescere un seme, e quindi non si vedrà quello, ma si vedranno altre cose nella sua struttura, di cui però non ti accorgi quando sei afflitto. Nello stato afflitto vedi che brilla e che ha un valore, cioè che è un investimento, e così via.
Se devi investire una certa cifra, e puoi scegliere tra una start up, quindi un contenitore di lavoro e nuova tecnologia, o un diamante, cosa scegli, sinceramente? Probabilmente la maggior parte delle persone sceglierebbe il diamante. Il lavoro, d’altronde, genera movimento, è un’attività produttiva, dove si investono dei soldi che continuano a girare, fanno parte di un processo continuativo; con il diamante, invece, devo aspettare che aumenti di valore, stazionando davanti alla borsa ad esso dedicata, per monitorarne le oscillazioni. Si sceglie e si investe su quello, quindi, perché brilla, e per tutte le altre ragioni che nel tempo sono state costruite intorno a tale elemento. La sterilità, a conti fatti, è quella cosa che attrae l’attenzione, ma di per sé non genera movimento.
Tratto da EQUILIBRIUM: Il Libro dell’Armonia