Tutto comincia con un viaggio. Qualche antico saggio ha detto che è il viaggio l’unica cosa che conta, e non la destinazione o l’obiettivo, che la nostra mente finge di formulare come scusa. Il viaggio del nostro eroe e la sua storia sono quelli di un predestinato, venuto al mondo con attributi e strumenti straordinari, ma solo in potenza, in attesa che la vita trovasse un modo per portarli in superficie e mostrare loro la luce, aprendo quella botola che li conteneva. Per anni la sua vita è stata identica a quella di qualsiasi altro potenziale umano. Una quotidianità scandita dalla limitante linearità temporale, alla quale si viene educati fin da piccoli, da un senso di inadeguatezza, da una curiosità insaziabile e da una continua tensione verso qualcosa che si trovava Oltre, ma che non riusciva mai a raggiungere, né comprendere nella sua interezza.
Il destino, però, trova sempre un modo per rendere tutto più interessante e indeterminato. Così, come il demoniaco genio della lampada regala l’immortalità all’interno di una tomba o l’infinita ricchezza tra i ghiacci dell’Antartide, il nostro eroe riceve il suo dono dal dolore, un dolore propulsivo che gli dà la forza del sopravvissuto e lo forgia in un predatore potente e solitario, che non si nutre di carne, ma di segreti. Il dolore attiva tutto, e non si cura che questo includa anche le vulnerabilità nelle quali hanno fatto il bagno quelle persone che hanno significato veramente qualcosa per il mondo, e che in qualche misura hanno contribuito a determinarne il futuro, vincendo la resistenza collettiva al cambiamento.
Non dobbiamo mai dubitare che ogni attributo straordinario abbia il suo lato oscuro, o meglio, un altissimo prezzo da pagare, e il conto, anche se sembra debba essere saldato sempre da coloro che hanno incrociato il destino di chi è stato caricato da tanto fardello, alla fine cade sempre nel piatto del “predestinato”. La moneta richiesta è la sofferenza di vivere in un mondo che non è pronto per accogliere un’energia diversa, e che quindi la combatte per isolarla e ridurla all’impotenza. Questa energia diversa è quella di chi, proprio a seguito della sofferenza provata e superata durante il suo viaggio, dei nodi sciolti, del conflitto interiore davanti alle porte aperte del suo destino, della difficoltà nel lasciarsi alle spalle quelle chiuse, diventa Umano. Ed è così che lo chiameremo, d’ora in poi.